La Psicoterapia dell’Età Evolutiva
La presa in carico di un bambino o di un adolescente è abbastanza complessa, articolata e soprattutto delicata perché sin dal primo incontro con i genitori in difficoltà bisogna essere in grado di ascoltare e comprendere, attraverso una visione globale, il reale motivo della consultazione.
In seguito ad una prima fase di osservazione e valutazione con l’ausilio di appositi test psicometrici e proiettivi, vi è una restituzione clinica al genitore attraverso la formulazione di una Diagnosi ed un’ipotesi di intervento Riabilitativo mirato.
La psicoterapia in età evolutiva è un viaggio fantastico ed immaginale nei luoghi infantili che nascondono elementi di diversa natura ed il terapeuta è un Compagno che tenta di aiutare il bambino ad elaborare la sofferenza aumentando le sue capacità di creatività, socializzazione ed apprendimento e che tenta di costruire insieme al paziente un sentimento di esistenza, indispensabile per poter affrontare le proprie difficoltà. In che modo si può aiutare un bambino che soffre? Innanzitutto cercando di assumere un atteggiamento empatico e potersi guardare con gli stessi occhi, ovvero, calarsi a livello del piccolo paziente per poter giocare sullo stesso terreno; e poi aiutarlo a creare una strada altra. L’idea del viaggio è dinamica, un movimento nello spazio e nel tempo dove emergono le emozioni di rabbia, paura, tristezza e felicità. Bisogna esser in grado nel tempo di tollerare e rimanere nei luoghi ove il sintomo si esprime e si fossilizza, perché è in quel preciso momento che il bambino comprende realmente che non è solo nel suo vissuto ma che è capito dall’altro. Attraverso il gioco condiviso si sperimentano limiti e risorse del paziente e si esprimono contenuti profondi altrimenti inesprimibili, vi è la comunicazione non verbale e l’esperienza corporea, la musica, il disegno, la pittura e la scultura. Attraversando diversi sentieri si riesce pian piano a sentire dall’interno la spinta creativa alla guarigione del paziente.
“La psicoterapia ha luogo là dove si sovrappongono due aree di gioco, quella del paziente e quella del terapeuta. La psicoterapia ha a che fare con due persone che giocano insieme. […] Quando il gioco non è possibile, allora il lavoro svolto dal terapeuta ha come fine di portare il paziente da uno stato in cui non è capace di giocare a uno stato in cui ne è capace.” (Winnicott).